La grande avventura inizia alle ore 06.00 all’aeroporto di Torino Caselle. Partenza alle 7.10 con Lufthansa per Francoforte dove atterriamo 50 minuti dopo. Gironzoliamo per il mega aeroporto per un paio d’ore in attesa di entrare nei gates riservati ai voli per gli stati uniti. Facciamo check in e qui succede uno dei tanti aneddoti del nostro viaggio. Io passo tranquillamente per il metal detector e anche Guido. Ma mentre faccio vedere le mie tasche alla signorina in uniforme vedo con la coda dell’occhio il mio compare che viene portato via da due marines nel cabinet, una sorta di cabina elettorale, dove gli viene chiesto di spogliarsi per controlli piu approfonditi. Alla fine si e scoperto che durante la perquisizione avevano sentito al tatto una tasca interna con i documenti. A parte questo simpatico imprevisto partiamo alla volta di Los Angeles alle ore 14.10. Siamo in ritardo di 30 minuti ma sono sicuro che il Boeing 747 che abbiamo sotto il sedere riuscirà a recuperarli senza nessun problema.
Il volo e tranquillo, pochi scossoni e un solo vuoto d’aria. Tutto come da copione. Appena entrati nello spazio aereo americano (molto presto devo dire) siamo obbligati a compilare il fantomatico e ridicolo modulo I-94W (cliccate qua per dargli un'occhiata) .Facciamo amicizia con una signora francese che va a trovare la figlia a LA e l'aiuto a compilare il ridicolo modulo per l'immigrazione. Gentilmente ci fa sedere vicino al finestrino proprio quando siamo in discesa sul Los Angeles International Airport.
Vedo per la prima volta Los Angeles,una citta immensa, un groviglio di autostrade e di sobborghi in crescita una distesa infinita di case e casupole. Passiamo proprio sulla Downtown e quindi non riusciamo a vederla. Come previsto il nostro amichetto da 180 tonnellate è riuscito a recuperare il ritardo accumulato alla partenza (si e saputo poi che cio era stato causato da un gruppo di Italiani in overbooking). Sbrighiamo velocemente le pratiche all’ufficio immigrazione dove un'addetta messico-cubana ci pianta mille domande del tipo: "Da dove venite?Ccosa fate qui? Quanti soldi avete?… insomma una rompiballe di prima categoria. Alla fine ci timbra il passaporto e via… a prendere le valigie. Guido trova la sua come l’ha lasciata al check-in a Torino. Davide invece scorge da lontano una valigia blu tutta schiacciata e con mezzo sacco a pelo che esce. Pazienza.. era un regalo avuto con i bollini dell’agip. Respiriamo la prima aria losangelina alle ore 18.30 all’uscita del terminal. In Italia la mamma di Davide alle corrispondenti 03.30 (+ 9.00 ore) nel cuore della notte riceve la classica telefonata. “Tutto bene siamo arrivati, ci sentiamo “ Chiamata con il cellulare 30 secondi: 2 euro! Caspita!.
un po' spaesati, ci guardiamo attorno, alla ricerca dello shuttle in partenza ogni 5-10 minuti dall’uscita del terminal. Dopo qualche secondo ecco spuntare un furgoncino tutto giallo con la mega scritta Alamo rent a car. E’ il nostro. Un simpatico signore sulla sessantina, di colore, scende e come se nulla fosse ci carica le due nostre megavaligie sul pulmino. Dopo solo qualche isolato arriviamo all’Alamo service. L’addetto, dopo che gli abbiamo detto che era nostra intenzione spararci un coast to coast ci convince in più meno 2 minuti netti ad acquistare l’auto di categoria superiore, una fullsize. Per solo 5 dollari in piu al giorno la Chevrolet Impala è nostra.
Stupefatti dalla dimensione di quell’auto (enorme) cerchiamo di capire come funzioni il tutto… tante luci e manopole strane, niente freno a mano, stereo da paura, comandi sul volante…. Mah…Spendiamo mezz'ora del nostro tempo per cercare di imparare a guidare sta cacchio di auto. “Ha solo due pedali” fa notare Guido. Caspita ma allora dobbiamo usare un piede solo rispondo io. Eh si… in america si guida con un piede solo. Avete presente gli autoscontri alle giostre? Ecco. Un piede per accelerare e lo stesso piede per frenare…Poi le marce...pfiii… che cosa sono le marce? "Only D" (drive) ci viene spiegato da uno spazzino del parcheggio…D drive per guidare, P quando parcheggi, N quando spegni…. Sembra facile. E infatti lo e…. E’ un po meno facile pero orientarsi. All’uscita dall’Alamo ci perdiamo all’istante nel quartiere di Inglewood, una serie sterminata di casette con il pratino davanti.. Ci stupisce subito una cosa: Tutte le case ma dico tutte.. hanno la bandiera americana che sventola fuori dalla porta. Incredibile!.
Sta diventando buio e urge assolutamente uscire da quel labirinto e trovare un letto per passare la notte. Ci fermiamo ad un benzinaio e chiediamo informazioni. Il "rastone" per soli 2 dollari di marcia spiega a Guido come districarsi nel quartiere. In pratica bastava svoltare a destra sulla Manchesetr Avenue. Semplicissimo. Per non farci fregare un’altra volta prendiamo subito 2 mappe ad uno store. Pochi dollari investiti bene. Non ci siamo mai piu persi… E’ ormai buio, ci muoviamo come se fossimo sotto casa nel nostro quartiere, nel nostro paese di 2000 abitanti.. e invece siamo li.. a LOS ANGELES tra mille luci, insegne, persone di mille tipi, Fferrari che sfrecciano a destra e sinistra, bestioni su 4 ruote dove le ruote sono grosse quanto la nostra auto… insomma…. Ho reso l’idea.
Cerchiamo alloggio a Venice in un’ostello ma ci dicono che e tutto occupato… tentiamo in altri 2 ma lasciamo stare. Alle 23.30 finalmente troviamo un motel carino il Royal Motel Santa Monica, a Santa Monica appunto. 60 dollari. Una doppia con queen bed. Gradevole. Siamo stanchi. Per il nostro fisico sono le 8.00 del mattino. Siamo in California, abbiamo fatto un viaggio di 13 ore. Dobbiamo riposare.
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